Evolution

scusate.
scusate ma io non resisto.
quando vedo certe cose non so se ridere o piangere e nel dubbio faccio contemporaneamente le due cose. e sorrido di sicuro con il cuore che brilla e urlo dentro e fuori di meravigliosa frenesia, mentre il mio cervello rimane incredulo e allo stesso tempo ringrazia per questo regalo.

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arrivi in questo paese alle pendici del più famoso “trentino” e ti accoglie quel cartello. chiaro. semplice. innovativo e antiquato allo stesso tempo. rivoluzionario e strutturato. e ti fermi. e il cuore fa un sussulto. e non ci credi e poi invece ci credi con tutto te stesso e vuoi esserci, e vuoi vivere questo momento. questo cartello. che ovviamente non è solo un pezzo di lamiera colorato, è un messaggio di luce e intelligenza e speranza. è un riflesso e un ammonimento e un’apertura straordinaria, che però dovrebbe essere all’ordine del giorno per me.
io da piccola giocavo sempre per la strada, tra i campi e il cemento. quelli erano i luoghi di incontro di noi bambini. e ci stavamo ore e giornate e a ripensarci adesso, mi sembra di parlare malinconicamente, come quella canzone bellissima di Guccini “il vecchio e il bambino”, ma in realtà vivo in un paese dove i bambini vanno in giro a piedi e in bicicletta e ci sono molti parchi dove incontrarsi e i miei figli li sprono sempre a stare all’aria aperta, dove ci si può misurare e scontrare, dove si può avvicinarsi e allontanarsi, dove c’è condivisione e scambio reale, dove si fa amicizia e si litiga, per poi tornare amici, dove si cade e ci si fa male, e dove ci si annusa e ci si respira gli uni con gli altri, e ci si tocca, e si parla e ci si mostra per come si è. e si impara.
magari non proprio in mezzo alla strada, ma per la strada sì. perché per me, uno dei compiti fondamentali di un genitore è far sì che i propri figli diventino autonomi e riescano a vivere nel mondo con le proprie gambe e a volare nel cielo con le proprie ali. partendo dalla strada, dalla propria via, un passo alla volta, una corsa alla volta, un battito d’ali alla volta… poi saranno due…

“il concetto di educazione per tutta la vita è la chiave d’accesso al ventunesimo secolo. esso supera la distinzione tradizionale tra educazione iniziale e permanente. esso si collega al concetto della società educativa, in cui ogni cosa può essere occasione di apprendimento e di realizzazione.
l’educazione riguarda tutti i cittadini, che dovrebbero essere membri attivi, e non soltanto consumatori passivi, dell’educazione fornita dalle istituzioni. ciascuno può apprendere in una varietà di situazioni educative e, idealmente, diventare alternativamente discente e docente nella società dell’apprendimento. con l’integrazione del non formale nell’informale, l’educazione è incarnata nella società, che ne è pienamente responsabile e si rinnova grazie ad essa.”

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thanks ceci

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